Una giornata a Pavia

Quest’inverno ci sta regalando giornate freddissime, ma anche piene di sole. In una delle rare giornate libere di Amedeo non potevamo stare chiusi in casa, abbiamo così deciso di fare una bella gita fuori porta, destinazione: Pavia.

Volevamo partire presto, invece arriviamo alle porte della Certosa alle 11:20, troppo tardi, alle 11:30 la Certosa chiude e riapre alle 14:30, non ci resta che fare un giro in città e poi tornare.

Il centro di Pavia è piccolo e decidiamo di girarlo a piedi. Parcheggiamo vicino al castello e lo visitiamo velocemente. Non facciamo il giro dei musei, non abbiamo voglia di stare al chiuso, il sole durerà poco e vogliamo godercelo tutto!

Camminiamo lungo Corso Cairoli fino alle torri medievali, beh… niente di spettacolare. Ad attrarre l’attenzione di Carla ci pensano due pappagalli, nella foto sono poco visibili, ma sono proprio due pappagallini verdi canterini! Cosa ci faranno a Pavia? Mistero…

Continuiamo lungo le vie di una città quasi deserta, sarà l’ora di pranzo che si avvicina che ha richiamato tutti nelle proprie case. Giunti alla piazza del Duomo ecco un po’ di gente, un albero di Natale e una bella pista di pattinaggio circondata dalle classiche casette del mercatino natalizio.

La fame inizia a farsi sentire e ci dirigiamo verso il ristorante La Posta. L’abbiamo scelto leggendo velocemente un po’ di qua un po’ di là. Ci ha convinto La Cuochina Soprafina  che lo descrive come un locale dall’atmosfera rustica e calda, frequentato dai locali per i suoi piatti tradizionali e abbondanti.

 

 

 

Infatti ci accoglie con le sue mura grezze, i tavolacci in legno e una bella stufa calda che crea un’atmosfera casalinga. A pranzo fanno menù fisso 10 euro per antipastino di salumi e formaggi locali, un primo a scelta (Carla ha presto il risotto con robiola e prezzemolo molto gustoso, Amedeo gli gnocchi al ragù che non lo hanno soddisfatto a pieno), dolce: una crostatina fatta in casa (ma con una marmellata all’albicocca un po’ troppo dolce) e l’acqua. Abbiamo aggiunto due calici di rosso fermo e gustato il nostro pranzo al caldo.

 

 

Il personale molto è gentile, velocemente il locale era pieno. I tavoli più grandi venivano condivisi anche tra persone che non si conoscevano dando luogo a gentili scambi di battute per far compagnia a chi, invece, avrebbe dovuto mangiare il suo pasto da solo e in silenzio. Tutto sommato ci sentiamo di consigliare questo ristorante, se cercate un posticino accogliente ed economico.

Ma è ora di continuare, e non è stato facile lasciare il nostro caldo rifugio per riprendere il cammino, l’aria è sempre più pungente e si fa sentire sopratutto lungo il fiume. Ma il paesaggio ne vale veramente la pena. Il ponte coperto è suggestivo, insieme alle casette colorate che sorgono lungo la riva.

 

Anche se abbiamo mangiato la crostata a fine pasto non possiamo saltare una sosta obbligatoria se visitate Pavia: la Pasticeria Vigoni, dove gustare una fetta di torta paradiso che proprio qui ha visto i suoi natali nel 1878. Il locale è molto bello, i mobili intarsiati e le vetrate ci fanno fare un tuffo nei primi anni del 900. Gustiamo la torta con un calice di moscato dell’Oltrepò Pavese. La torta è semplice e leggera… certo è un sapore meno deciso e ricco rispetto ai gusti della nuova pasticceria. Comunque da provare!

Il freddo ormai ha preso il sopravvento, recuperiamo velocemente la macchina,salutiamo Minerva che si impone al centro di una rotonda e ci dirigiamo velocemente verso la Certosa.

 

All’interno del complesso non è possibile fare foto, dovrete visitarla di persona, ne vale veramente la pena! L’ingresso e la visita guidata sono gratuiti, speriamo che abbiamo una convenzione con il Comune perchè il parcheggio invece costa 3 euro all’ora! La nostra guida è molto simpatica e preparata… Amedeo pensa di averlo già visto da qualche parte, il che è molto strano… riesce finalmente a riconoscerlo: si tratta Don Domenico della trasmissione Quel che passa il convento! Quanto visitiamo il piccolo chiostro ci mostra il suo piccolo orto e ci racconta brevemente la trasmissione. Un personaggio veramente unico, non poteva mancare la foto ricordo!

Nel negozio della Certosa facciamo il pieno di riso Carnaroli, il vero riso Carnaroli, come ci ha detto Don Domenico. Ormai è quasi l’ora del tramonto, la luce rossastra rende la campagna pavese ancora più romantica e suggestiva, lungo la strada si susseguono orti ed enormi risaie. Pensiamo che sarebbe bello comprare uno di quei cavoli meravigliosi, e appena formuliamo questo desiderio compare dietro a una curva un mesto cartello “SPACCIO APERTO“, tanto basta per farci inchiodare e cercare lo spaccio. Si tratta di un negozietto all’interno di un cortile molto rustico, abitato da galline che scorrazzano libere, pavoni e oche.

 

 

Dopo un paio di colpi di clacson compare un ragazzo giovanissimo, con le mani già segnate dal lavoro in campagna, in abiti da lavoro, molto timido e gentile. Ci fa assaggiare i formaggi e i salumi di loro produzione, il vino invece è di un vicino di casa, amico di famiglia. Compriamo anche un cavolo, le uova e le patate. Non sappiamo bene cosa ne faremo di tutte quelle bontà, ma sicuramente nei prossimi giorni ci inventeremo qualcosa.

È bello tornare a casa portandosi un pezzettino del posto in cui si è stati e secondo noi il cibo adempie perfettamente a questo compito! Così potremo rivivere i sapori, i colori e i profumi di questa bella giornata!

 

Pubblicato in NOI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *